Buone notizie dalla carta stampata
3 Aprile, 2009
La crisi è piena di buone notizie. Una
tra le migliori è la fine dei giornali. Il
30/40% della pubblicità li ha abbandonati
da inizio anno. I lettori sono sempre più
rari. I dati ufficiosi stimano tra il 10 e il
20% in meno le copie vendute nell'ultimo
anno per molte testate. Rimane la carità
del Governo e molti editori sono con il
cappello in mano nelle sale d'aspetto a
Palazzo Chigi. Per vivere grazie alle
nostre tasse.
La discesa dei titoli dei gruppi editoriali è
da infarto per chi li possiede. Nei primi
due mesi e mezzo del 2009 Rizzoli
Corriere della Sera ha perso il 43%,
Mondadori il 33% e il Gruppo L'Espresso
il 42%. In soli due mesi e mezzo!
Indovinate quanto possono perdere in 12
mesi. Se si confrontano i valori minimi e
massimi delle azioni nel 2008/2009 si
può arrivare a prefissi telefonici. Il valore
del Gruppo L'Espresso è sceso da 3,026
euro a 0,599, quello di RCS da 2,980 a
0,499, Mondadori da 5,790 a 2,305.
Entro il 2009 molti giornali ci lasceranno
per sempre. Il problema occupazionale
esploderà per i professionisti della balla
stampata. Battista, Mauro, Mieli,
Giordano, Feltri, Belpietro, Romano,
Scalfari, Merlo, Giannini. Cosa faranno?
Che futuro li aspetta? Potrebbero
verificare la loro popolarità con un blog.
Tanti accessi, altrettanta pubblicità on
line e soldi. Negli Stati Uniti con 100.000
accessi unici al mese puoi vivere.
Rendono fino a 75.000 dollari all'anno.
Metti la tua credibilità e competenza in
Rete e chi ti paga, anche se
indirettamente, è il lettore. Scalfari
guadagnerebbe 10 dollari al mese e
Giordano dovrebbe pagare lui.
I giornalisti attuali diventeranno dei
disadattati. Un conto è raccontare balle
dietro alla scrivania di un ufficio, altro è
confrontarsi con la Rete. L'editore,
l'impresario degli azionisti alla Tronchetti
e alla Geronzi, diventerà una figura
romantica. Di un'altra epoca. Negli Stati
Uniti, che precedono spesso l'economia
mondiale, la pubblicità sui giornali è in
calo dal 2004, è una curva che precipita
verso lo zero assoluto. Le copie in
circolazione dei giornali sono diminuite
dal 1990 in modo lineare. Il San
Francisco Chronicle -40%, il Los Angeles
Times -36.3%, il Whashington Post
-22,3%, il Chicago Tribune -29,3%. il
Boston Globe - 37,6%.
Uno degli obiettivi del V2 day era la fine
dei finanziamenti ai giornali.Il referendum
è stato respinto da Carnevale, ma
finiranno prima i giornali dei
finanziamenti. Non è un'eccellente
notizia?
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
tratto da "LA SETTIMANA" - Volume 4 - n. 12 - del 22/3/2009 - www.beppegrillo.it
tra le migliori è la fine dei giornali. Il
30/40% della pubblicità li ha abbandonati
da inizio anno. I lettori sono sempre più
rari. I dati ufficiosi stimano tra il 10 e il
20% in meno le copie vendute nell'ultimo
anno per molte testate. Rimane la carità
del Governo e molti editori sono con il
cappello in mano nelle sale d'aspetto a
Palazzo Chigi. Per vivere grazie alle
nostre tasse.
La discesa dei titoli dei gruppi editoriali è
da infarto per chi li possiede. Nei primi
due mesi e mezzo del 2009 Rizzoli
Corriere della Sera ha perso il 43%,
Mondadori il 33% e il Gruppo L'Espresso
il 42%. In soli due mesi e mezzo!
Indovinate quanto possono perdere in 12
mesi. Se si confrontano i valori minimi e
massimi delle azioni nel 2008/2009 si
può arrivare a prefissi telefonici. Il valore
del Gruppo L'Espresso è sceso da 3,026
euro a 0,599, quello di RCS da 2,980 a
0,499, Mondadori da 5,790 a 2,305.
Entro il 2009 molti giornali ci lasceranno
per sempre. Il problema occupazionale
esploderà per i professionisti della balla
stampata. Battista, Mauro, Mieli,
Giordano, Feltri, Belpietro, Romano,
Scalfari, Merlo, Giannini. Cosa faranno?
Che futuro li aspetta? Potrebbero
verificare la loro popolarità con un blog.
Tanti accessi, altrettanta pubblicità on
line e soldi. Negli Stati Uniti con 100.000
accessi unici al mese puoi vivere.
Rendono fino a 75.000 dollari all'anno.
Metti la tua credibilità e competenza in
Rete e chi ti paga, anche se
indirettamente, è il lettore. Scalfari
guadagnerebbe 10 dollari al mese e
Giordano dovrebbe pagare lui.
I giornalisti attuali diventeranno dei
disadattati. Un conto è raccontare balle
dietro alla scrivania di un ufficio, altro è
confrontarsi con la Rete. L'editore,
l'impresario degli azionisti alla Tronchetti
e alla Geronzi, diventerà una figura
romantica. Di un'altra epoca. Negli Stati
Uniti, che precedono spesso l'economia
mondiale, la pubblicità sui giornali è in
calo dal 2004, è una curva che precipita
verso lo zero assoluto. Le copie in
circolazione dei giornali sono diminuite
dal 1990 in modo lineare. Il San
Francisco Chronicle -40%, il Los Angeles
Times -36.3%, il Whashington Post
-22,3%, il Chicago Tribune -29,3%. il
Boston Globe - 37,6%.
Uno degli obiettivi del V2 day era la fine
dei finanziamenti ai giornali.Il referendum
è stato respinto da Carnevale, ma
finiranno prima i giornali dei
finanziamenti. Non è un'eccellente
notizia?
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
tratto da "LA SETTIMANA" - Volume 4 - n. 12 - del 22/3/2009 - www.beppegrillo.it